La pace e la difesa dei più deboli

 

"Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza"

(Inferno XXVI, 119)

TORNA ALLA HOME PAGE

 

L'idea che in nessun caso la guerra è ammissibile eticamente e che la Pace si conquista con atti di pace, mentre il resto è prepotenza, pur essendo perfettamente lecita e rispettabile sul piano ideale, inizia a turbarmi quando alcuni "ben pensanti" nel loro candore e con la più radicata convinzione di essere i soli titolari esclusivi del concetto di pace, si permettono di denigrare e bollare come ai bei tempi dell’Inquisizione chiunque non si appiattisca sulle loro idee, chiamandolo come "guerrafondaio".

 

Questo è il pacifismo dell’ultima ora e del dolce far nulla. E’ il pacifismo di quelli che hanno assistito, inerti e senza alcuna manifestazione di piazza o sitting per chiedere la pace in Bosnia, al macello perpetrato dai Serbi ai 7.000 bosniaci gettati nelle fosse comuni di Srebrenica, alle stragi sanguinose del mercato di Sarajevo, ai campi di concentramento, allo spostamento forzato di intere popolazioni e allo stupro di massa delle donne bosniache.

 

Chi è il sano di mente che non è contrario alla guerra?

La guerra è la negazione del primo diritto di ogni uomo, vivere.

 

Sul fatto che la guerra sia una barbarie credo che possiamo essere tutti d’accordo. Le differenze di posizioni credo scattino quando si debba discutere su cosa fare per difendere il proprio territorio o un popolo indifeso di fronte ad una aggressione altrui.

Appena abbiamo un violento (A) ed un popolo attaccato (B) siamo in presenza della legge del più forte. Se A e’ più forte, B soccombe. Forse C, vicino di A, potrebbe intervenire in sua difesa ma i suoi abitanti non vogliono. Ripudiano la guerra. B soccombe. Poi, come tutti potete immaginare, forse toccherà a C ed ai suoi abitanti/colombe.

 

E’ chiaro che la risposta ideale può essere quella di immaginare un mondo futuro fatto di sole colombe, ma ciò non dico che non funziona mai (vedi Gandhi), ma funzionerebbe poco.

 

Ricordo a tale proposito quanto accadde il 5 aprile 1992 a Sarajevo.

I primi scontri in Bosnia si erano già registrati da 1 mese. Tutta la gente Sarajevo scese pacificamente in piazza per difendere la pace e la multietnicità della Bosnia-Herzegovina. Occupò il Parlamento e rivolse ai leader politici un appello alla pacificazione e al dialogo. Sapete come andò a finire? Karadzic ordinò ai suoi uomini di sparare sulla folla con il risultato di 6 morti, 30 feriti e la dispersione della manifestazione. Solo il successivo intervento della polizia bosniaca riuscì a fermare e catturare i cecchini piazzati nel Hotel Holiday Hinn………………

………………………………..…Fu l’inizio della guerra!!

 

In un simile mondo un falco avrebbe partita vinta in tutti i confronti e dominerebbe. Nessuno lo ferma se non con la forza!

In 3 anni e mezzo di guerra in Bosnia abbiamo avuto i seguenti risultati: 278.000 morti (di cui 16.708 bambini), 1.370.000 persone scacciate dalle proprie case, 1.250.000 rifugiati, per non parlare poi dei feriti e degli invalidi.

Solo il tardivo intervento della NATO ha posto finalmente un argine a tale massacro.

M.C.

 

"Perché il mondo non si vergogna?

Perché voi potete tornare a casa?

Io non torno alla mia casa da un anno.

L’Occidente avrebbe potuto aiutarci molto tempo fa.

Ma nessuno vuole farlo!"

(una donna di Srebrenica, 11 marzo 1993)

 

 

TORNA ALLA HOME PAGE